COS’È UNA STRIP?
Non è uno stripteeeeeese?
Come no!
Prendete questa strip ingenua…
O quest’altra…
In una strip, nella prima vignetta dobbiamo inquadrare il problema… come quando arriva una stripteuse e comincia a muoversi avanti e dietro, da sinistra a destra, dal basso in alto ma non comprendiamo bene dove andrà a parare.
Nella seconda vignetta “sentiamo” che sta succedendo qualcosa, il cartoonist non sarà del tutto scemo se non mi fa capire tutto e mi lascia sul chi va là: è il suspense insomma, come fa la stripteuse quando comincia a togliersi parzialmente qualche indumento di dosso con fare furtivo e poi lo rimette.
Nella terza vignetta scopriamo il fatto, cosa è successo, il messaggio prosaico o raffinato dell’autore, viene svelato l’inganno, cadono i veli insomma, e c’è la sorpresa: come fa la stripteuse quando toglie l’ultimo indumento… mentre noi avremmo voluto che non fosse l’ultimo, mentre noi scopriamo che non è tutto rose e fiori quello che sembrava, o mentre noi siamo all’apice del delirio (e qui avrei dovuto inserire una stripeteuse che si rivela la classica donna baffuta e barbuta ;-).
È chiaro che se tutto questo, una volta, valeva soltanto per i maschietti, dato il cambiamento dei costumi, vale oggi anche per le femminucce ;-)
Per dirla in breve: per una strip a tre “case” ci vuole un prologo, una suspense, un affondo finale.
Esercizio 1
Raccogliete un po’ di strip a tre case*, vecchie e attuali, confrontatele fra loro e valutate se è tutto oro quel che ho detto o ci sono delle varianti; per esempio: suspense-suspense-finale. I tempi sono cambiati, i modi di comunicare e i modi di ridere, sorridere, riflettere. Quindi si possono trovare soluzioni diverse allo stesso problema.
*N.B. sto usando la terminologia “case” perché è una parola che mi piace scrivere, ma questo è soltanto il termine francese per indicare la vignetta come unità spaziotemporale, anche quella di un fumetto insomma, mentre in inglese si dice “panel”. Un po’ di lingue non fa male ;-)
Problema?
Sì, problema. Perché realizzare una vignetta o una strip significa risolvere un problema. Ma lo vedremo poi.
Strip a due e a quattro, a cinque… ma è un fumetto!... o no?
Bah! Esistono strip a due case, come no: prologo/suspense-coup de foudre finale.
Non fate caso alle lingue, uso un po’ di francese o di inglese, di spagnolo, tedesco, ogni lingua ha le espressioni più adatte per un dato argomento: “paraplue” (letteralmente “para-pioggia”) non è più corretto di “ombrello”?... se non dovete bagnarvi! ma per la signora del settecento che si difendeva dal sole era proprio… un ombrello ;-)
Non divaghiamo.
A quattro case funziona così: prologo-prologo/suspense - suspense vera e propria – coup de foudre.
Quella a cinque… beh, comincia a diventare un fumetto vero e proprio. O no? In effetti… però, lo stile è diverso, io posso realizzare una pagina intera, quindi 8/10 case ed essere sempre una strip, senza essere un fumetto. Perché lo scopo di una strip/fumetto è sempre quello di una strip a tre case: creare una riflessione prosaica, intellettuale, semplice, burlesca o profonda che sia, e farci saltare dalla sedia, o farci esclamare: “Micidiale”, oppure “Hai capito!”, o ancora “Caspita, ha proprio ragione. E io che non ci avevo mai pensato!”, oppure “AH AH AH AH AH AH” per non confondersi col verbo avere, ma in effetti quando ridiamo diciamo “HA HA HA HA HA”
(scusate, ma non riesco a scrivere in modo logico di vignette senza riderci sopra).
Se con la parola “fumetto”, intendiamo in genere “storia a fumetti” - quindi uno sviluppo narrativo, anche breve, ma narrativo, in cui accadano dei fatti, con uno o più personaggi, etc, etc. - nella mia strip qui sopra (pubblicata due anni fa nel catalogo di una mostra sui problemi dei giovani e del lavoro da un grosso sito di satira e una organizzazione politica in Portogallo) c’è una sola scena, siamo soprattutto a teatro: unità di luogo, di tempo e di azione… Aristotele!
Non che non si trovi anche tra i cartoonist attuali, anche nel web; ma se avete o riuscite a trovare delle vecchie annate di Linus o Alter allora avrete una enorme quantità di materiale di questo tipo, di strip-fumetto di un grosso-grosso spessore, con autori quali Pfeiffer, Reiser (Jean-Marc), Volinsky solo per citarne alcuni.
Esercizio 2
Quest’ultima immagine è una pagina che ho realizzato poco prima del Natale 2012 perché doveva diventare il mio classico augurio di Natale che faccio da diversi anni per i miei tanti amici e colleghi di professione… Non l’ho potuta più mandare! Perché scomparso mio fratello minore in quei giorni, mentre la stavo preparando, la storia mi si è trasformata sotto gli occhi. Non era più un biglietto di auguri.
Ora, secondo voi, è un fumetto? (oh certo, è un fumetto, ci sono i ballon… anche se non ci sono filatteri, etc., ma avete capito bene ormai cosa intendo) Ripeto: è un fumetto o una strip? A voi l’ardua sentenza.
Alla prossima.
RC