Quando le inquadrature la fanno da padrone!
Trentesimo post del "corso" di scrittura creativa e narrazione di Marco Cerri:
Le previsioni dicono che ci sarà una calamità di inquadrature fredde sulla nostra regione nei prossimi giorni e dobbiamo prepararci al meglio coprendoci per evitare di ammalarci, quindi vediamo di chiudere la sezione “piani e campi” in fretta, prima dell’arrivo dell’anticiclone!
Bentrovati e buon anno a tutti cari, colleghi scrittori. Questo mese desidero terminare l’argomento che abbiamo iniziato qualche tempo fa; e lo concluderei in bellezza, parlando di F.I. o Figura Intera che è un ottimo strumento per presentare chi entra in scena: concentra l’attenzione sulle sue caratteristiche, sugli abiti e su eventuali oggetti significativi e mette in rapporto il lettore con il character.
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Potremmo utilizzare lo stesso stratagemma con una complessiva (o totale) ma il risultato non sarebbe lo stesso, in quanto l’occhio del lettore non cadrebbe direttamente sul personaggio ma anche sullo sfondo. Ecco dunque un esempio di art notes per presentare un personaggio che entra in scena per la prima volta:
1. F.I. Gildo de Floris, giovane australiano allegro e sorridente, in abiti da contadino con zappa in mano. Dalla cintura sbuca un mazzo di fiori.
Ma abbiamo anche la possibilità di inserire un altro elemento, con la figura intera: il movimento del personaggio, che può essere un dato importante per la narrazione.
La figura intera non è che escluda assolutamente lo spazio circostante al character. Possiamo denotare anche elementi dell'ambiente circostante, se servono alla narrazione... come, ad esempio, un tombino davanti al personaggio preannuncia un evento che potrebbe verificarsi in seguito.
Ma ora veniamo a noi, tiriamo un po’ le somme e vediamo come impaginare piani e campi in una tavola affinché questa non risulti monotona e troppo statica, ma anzi possa diventare armoniosa.
Il ritmo lo si dà a una sceneggiatura calibrando la sequenza delle vignette all’interno delle tavole, la successione delle tavole nella storia e la scansione dei contenuti e delle atmosfere all’interno delle tavole. In tutti i casi, comunque sia, la tecnica di base parte da un unico concetto: l’alternanza crea il dinamismo, la reiterazione sottolinea la staticità.
La replica di una stessa scena nella storia si può utilizzare solo se abbiamo esigenze narrative di rallentamento del tempo, ma se si usa va fatto non spesso, altrimenti si rischia di annoiare il pubblico. In generale, ciò che va ricercato è il dinamismo della composizione che si ottiene con piani e campi. Parti con una complessiva dell’ambiente circostante e poi restringi su uno dei personaggi, quindi riallarghi magari con un controcampo, e infine fai uno zoom su un particolare: in tal modo riuscirai a dare l’impressione del movimento di camera, come in un film (consiglio di guardare quanti più film possibili per studiare il cambio di inquadratura).
Per ora, vi basti sapere questo. La prossima volta entreremo un po’ più nel dettaglio della composizione delle tavole e mostrerò degli schemi esplicativi che vi aiuteranno a capire meglio il concetto!
E ora, prima che l’anticiclone dei giorni più freddi ci iberni... scappo a ripararmi al caldo! Buona scrittura a tutti e alla prossima!
Visitate il blog di approfondimento www.loscrittorecreativo.blogspot.it, spazio entro il quale Marco Cerri ogni mese, parallelamente al corso pubblicato su IMIM, risponderà ai vostri messaggi trattando di soggetti, idee e storie da correggere o per qualsiasi domanda che esiga una risposta riguardo al lavoro dello scrittore/sceneggiatore che potrete mandargli all'indirizzo marcocerri1@me.com.
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Marco Cerri