Benvenuti in questo tutorial dai toni stringati ed estremamente pragmatico, che vuol essere un veloce vademecum per tutti i coloristi in erba!
Il colorista ha due compiti.
Il primo è quello di scegliere i colori da utilizzare... il secondo (e altrettanto importante) è quello di creare il FOCUS, guidare lo sguardo del lettore sugli elementi principali della scena. Per fare questo ha diversi strumenti a disposizione, che andremo ad analizzare in questo piccolo tutorial.
La parola chiave è contrasto.
Per mettere qualcosa in risalto, è necessario circondarlo con qualcosa che renda tangibile un contrasto, un salto di stato.
Come si ottiene il contrasto? Usando colori complementari, colori a diversa temperatura, colori di diversa intensità o colori dal differente valore tonale... o tutto quanto insieme.
La tonalità identifica i colori nella loro accezione più pura e generica.
Il mantello di Superman è rosso, il cappello di Jack è blu, la tuta dell'Enigmista è verde.
Sinonimi: Tinta, Croma, Cromaticità.
I colori complementari sono colori in posizione "opposta" sulla ruota cromatica. Complementari nel senso quindi che si completano a vicenda, riuscendo insieme ad attivare tutti i fotorecettori della retina.
Il negativo di una fotografia non è altro che la versione "complementare" della foto. Lo stesso effetto si ottiene su Photoshop con il comando "Inverti" (in modalità RGB): tutti i colori vengono sostituiti dal loro complementare.
L'idea alla base dell'uso dei colori complementari sta nel fatto che ogni elemento può essere rinforzato utilizzando il suo opposto. Nella pittura come nel fumetto, questo significa che possiamo dare risalto ad un elemento colorato della scena posizionandolo su uno sfondo colorato del suo complementare.
I complementari possono essere utilizzati anche per vivacizzare un'immagine virando le ombre dell'elemento in scena verso il colore complementare a quello usato per le luci.
Ogni colore è più o meno scuro degli altri (ha un diverso grado di Luminosità).
Un illustrazione o una tavola di fumetto ben colorata dovrebbe sfruttare tutta lo spettro dei valori tonali, i contrasti chiaro-scuro sono fondamentali per una buona composizione e per la distribuzione degli spazi. Nell'Ottocento era in voga la moda di dipingere una versione completa dei quadri in toni di grigio per poi aggiungere i colori una volta stabiliti i valori tonali.
Per verificare la distribuzione dei valori tonali di una tavola colorata al computer, è sufficiente passare dalla modalità CMYK alla modalità Scala di Grigio.
Se gli elementi delle vignette hanno grigi tutti simili tra loro, allora i valori tonali non sono stati usati correttamente e l'immagine apparirà monotona.
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Per schiarire un colore, devi ridurre l'ammontare dei singoli colori primari interessati, ognuno nella stessa identica percentuale.
Se non usi la stessa percentuale per ogni primario, quello che otterai sarà si un colore più chiaro ma di diversa tonalità.
Per scurire un colore devi allora aumentare i primari nella stessa percentuale? E se hai un rosso 100% M e 100%Y ? La soluzione è un'altra.
Per scurire un colore, si aggiunge una piccola quantità del suo colore terziario.
Questo significa che se il colore è formato dalla mescolanza di due primari (tra C,M e Y) si aggiungerà una piccola quantità del terzo escluso. Se il colore è dato da un singolo primario, si aggiungono entrambi i due restanti in eguale percentuale.
Le neuroscienze ci insegnano che non vediamo il colore allo stesso modo in cui vediamo i valori tonali.
L'occhio umano ha due tipi di recettori: coni e bastoncelli.
I bastoncelli rilevano la luminosità ma sono ciechi ai colori.
I coni rilevano il colore e funzionano al meglio in presenza di molta luce (e sono sensibili ai tre colori fondamentali della sintesi addittiva RGB - Rosso Verde Blue).
In normali condizioni di luce, coni e bastoncelli cooperano nell'interpretazione della realtà, ma i due tipi di informazioni vengono processati in aree distinte del cervello.
Per i neuroscienziati il flusso di informazioni legato ai valori tonali è utilizzato dal cervello per stabilire il "dove" (percezione di spazio e profondità), mentre il flusso di informazioni proveniente dai coni è utilizzato per stabilire il "cosa" (riconoscimento di volti e oggetti, oltre che colore).
Nella grafica e arti correlate come la fotografia, la saturazione o purezza è l'intensità di una specifica tonalità.
Una tinta molto satura ha un colore acceso e vivace; al diminuire della saturazione, il colore diventa più opaco e tende al grigio.
Un colore dato da un solo primario è saturo, puro, intenso.
Se aggiungiamo un altro primario otteniamo un colore ancora interessante e brillante.
Se aggiungiamo anche il terzo... il colore comincia a scurirsi e ad opacizzarsi, diventando un colore sporco, meno saturo (si definiscono colori complessi, dati da tre primari).
I supereroi generalmente sono colorati in rossi, blu e gialli primari.
Gli antagonisti con colori complessi. I colori complessi sono ottimi anche per contrastare la figura dell'eroe saturo e brillante.
I colori possono essere divisi tra CALDI e FREDDI.
I colori caldi sono vividi ed energici, e tendono ad avanzare nello spazio.
I colori freddi danno un'impressione di calma, sembrano retrocedere nello spazio.
Bianco, nero e grigio sono considerati neutrali.
Spesso le tavole presentano elementi disposti su piani diversi.
Come colorista hai il compito non solo di separare questi elementi ma anche di guidare l'attenzione del lettore laddove sono i punti focali della vignetta.
Secondo i principi della prospettiva aerea, poichè l'atmosfera è riempita di particelle corpuscolari, gli oggetti più distanti tendono a risultare più chiari, più blue e meno marcati di quelli in primo piano o vicini al punto di vista.
Nella teoria della pittura esiste il concetto di realismo selettivo.
Fondamentalmente si basa sul principio che non è importante quanto un'illustrazione possa essere dettagliata e complessa... il nostro occhio andrà istintivamente a cadere laddove troverà i due/tre elementi per lui di maggiore interesse, quali volti umani, mani o figure intere, pressochè ignorando tutto il resto (ignorando anche qualsiasi elemento venga usato per indirizzare lo sguardo...contrariamente a quanto sostengono certe teorie della composizione).
Questo è tanto più vero all'interno della vignetta di un fumetto, dove il tempo di lettura è decisamente veloce.
Il colorista dovrebbe aiutare questo processo di sublimazione dello sfondo e/o degli elementi di contorno.
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Lo stile di colorazione dovrebbe mantenere coerenza con lo stile di disegno.
Una colorazione iperdettagliata mal si adatterebbe ad un disegno dal tratto secco e stilizzato (vedi le recenti polemiche sulle copertine di Miller).
Un'illustrazione si dice monocromatica quando utilizza principalmente un solo colore nei suoi diversi valori tonali.
La tecnica è ottima per le scene in flashback, dove i colori sono sbiaditi dal ricordo.
Con Photoshop, si può trasformare una scena normocolorata in monocromatica semplicemente sovrapponendole un livello a tinta unita (ad esempio con un seppia-marroncino), mettendolo in modalità Colore e riducendone l'opacità (nella percentuale desiderata).
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Daniele Luciani