Scrivere d’estate…

Quando uno scrittore parte per nuovi orizzonti!

Diciottesimo post del "corso" di scrittura creativa e narrazione di Marco Cerri:

Benritrovati al nostro consueto appuntamento con la scrittura creativa. Se, al momento della pubblicazione del presente articolo, siete già collegati al sistema di IMIM, vuol dire che non siete ancora partiti per le vacanze ed io sono qui per tenervi compagnia per qualche riga prima della pausa estiva.

La volta scorsa ci siamo lasciati parlando dei nemici al femminile, ovvero la "Dark Lady"; sempre parlando dei personaggi, questo mese affronteremo gli ultimi due punti in programma (uno relativo al triangolo dei buoni e l’altro relativo a quello dei cattivi) che ancora avevamo in sospeso: la spalla e il rat.

<<Vai alla lezione precedente del corso di Marco Cerri

Partiamo con la spalla.

Tendenzialmente, quando si butta giù una storia si usa questa figura per delineare l’amico più intimo dell’eroe. La sua funzione principale è quella di fare in modo che il protagonista non “parli da solo”. La spalla è solitamente anche denominata con il titolo di deuteragonista (o sidekick) e serve a rafforzare ancor più la figura del protagonista; nelle storie d’avventura, la spalla è per questo un fido compagno nonché alleato di viaggio; nelle storie di giallo, l’assistente di un detective; nelle storie d’amore, l’amica del cuore della protagonista e via discorrendo.

Come si può caratterizzare il ruolo della spalla nel modo migliore affinché la storia possa trarre vantaggio? Vediamolo insieme.

Parliamo dell'esempio "Fumetto": per quanto possiamo servirci della componente visiva, per chiarire le varie situazioni, i passaggi vanno spesso annunciati, le azioni introdotte e le scelte sempre giustificate. Per passare al pubblico un’informazione, è possibile utilizzare didascalie - che in sceneggiatura, come vedremo, si abbreviano con le contrazioni DIDA o DID - ma senza abusare: è per mantenere un certo ritmo d'azione che ci si serve della spalla; così, il protagonista potrà parlare non da solo bensì passare messaggi al lettore mediante l'ausilio di un interlocutore, del suo amico, come avviene ad esempio nelle storie di Zio Paperone in cui il papero si serve del maggiordomo Battista per far capire al pubblico cosa è che sta per fare. Ad esempio, lo Zione dice: “Battista prepara la macchina! Devo andare dal mio nipotastro!” e si capisce chiaramente - senza didascalie che descrivano l’azione dello Zio - che il personaggio si appropinqua a recarsi da Paperino, il nipote.

Più un protagonista unisce in sé medesimo le peculiarità che attivano e attirano l’immedesimazione e l’ammirazione del lettore, più il personaggio funziona. Una volta che avrete creato un protagonista, potrete dotarlo di un deuteragonista che contenga le caratteristiche che mancano al primo.

Come già abbiamo detto in passato parlando della risoluzione della trama e del "finale", il lettore dovrà capire come l’eroe ha risolto i problemi incontrati: ecco allora che toccherà alla spalla entrare in scena, "autorizzata" quasi sempre ad avere le "idee confuse" in "virtù" del suo assetto di secondo piano e del fatto di "non saperla lunga" quanto il primo. In avventure con trama complessa, inserire personaggi come la spalla risulterà utile per porre domande e dare risposte, in modo che tutto risulti naturalmente più chiaro.

La spalla, dicevamo, quasi sempre dovrà avere le "idee confuse" (per quello che stiamo asserendo, esistono alcune eccellenti eccezioni di conosciutissime avventure umoristiche): caratteristica che rappresenta la condizione del personaggio di non essere mai all’altezza del protagonista (non sminuirne il ruolo principale è di fondamentale importanza). Dovrà tuttavia avere doti positive come intelligenza, bontà o simpatia: in caso contrario, l’eroe non avrebbe alcun motivo di volerlo al suo fianco!

Ma quando entra in azione? Nei momenti di stallo della storia, quando il protagonista non ha più idee su come procedere o come risolvere un fatto, la spalla troverà l’idea giusta per smuovere il tutto. Detto questo, ricordate che la sua presenza o assenza è una pura scelta del narratore! A voi la decisione di inserire tale figura o meno... e, se avete dubbi, parliamone!

Passiamo ad un altro ruolo secondario, l'esatto opposto della spalla nel triangolo dei cattivi: il rat.

Il rat è lo scagnozzo del cattivo. Mentre il deuteragonista è legato all’eroe da un rapporto di correttezza, lealtà e condivisione dei valori, il rat risulta più libero nei confronti del suo “padrone” antagonista.

Quando iniziamo a scrivere la scheda del cattivo, dobbiamo fare una scelta di grandissima importanza: chiederci se all'antagonista serve o meno un rat! Se il personaggio è cupo e solitario allora no, ma in caso opposto gli potrà sicuramente far comodo. Ecco allora che al rat associamo un ruolo proprio della spalla nella funzione interlocutoria, anche se con l’antagonista.

I metodi di gestione del rat sono i medesimi della spalla, che cambiano sono i rapporti interpersonali fra i personaggi principali (protagonista/antagonista) e i secondari (spalla/rat) che dovranno saltar fuori dal tono delle conversazioni fra gli uni e gli altri. Se la caratterizzazione del dialogo funziona, si sentirà fortemente la differenza fra buoni e cattivi.

E’ importante mostrare la grandezza e la malvagità del cattivo. Come? Ad esempio, mostrando il rat tremolante in attesa di una risposta da parte del suo leader. Ad esempio, nella storia Disney “Biancaneve e i sette nani” il cacciatore - anche se grande, grosso e armato di pugnale - è fortemente intimorito dalla perfidia di Grimilde. Ecco allora che, se basta una parola del cattivo per far tremare chi questo lo circonda, anche anche il pubblico capisce che è arrivato il mometo di preoccuparsi in quanto qualcosa di grave sta per accadere!

E' importante attribuire all’antagonista motivi validi per far sì che questo non agisca mai in prima persona, senza prima aver mandato avanti il rat: tale espediente può servire a rendere più complessa e avvincente l'intera trama.

Nelle storie umoristiche, bisogna tenere ben d’occhio la quantità di interventi e la personalità dell'antagonista e rat e un'attenzione particolare è da rivolgere al fatto che il rat dovrà sempre esser sottomesso alle punizioni del cattivo (tuttavia, potrebbe avvenire anche l’esatto contrario come succede al povero Kronk nel film Disney “Le follie dell’imperatore”)!

Da ultimo, vorrei affrontare un ruolo estremamente importante quanto utile che può aiutare in molti casi a risolvere la storia: quello del "mentore" o "risolutore".

Detto anche, in inglese, Mystic, viene connotato dal fatto di conoscere a priori le regole del gioco, indispensabili per condurre a buon fine la storia, e a volte, addirittura, ciò che il futuro riserva al protagonista.

Il mentore è un personaggio dotato di poteri magici che aiuta in gran parte l’eroe. Può essere la Fata Turchina, il Rafiki de “Il Re Leone” o ancora “Aladin”…

Diventa la guida del protagonista e il suo “angelo custode”, istruttore o manager. Dispone spesso di capacità soprannaturali, che usa per appianare le vicende del narrato o ancora per introdurne lo scioglimento per il gran finale. Da ultimo, va dotato di una certa autorevolezza.  Il Mystic è, sì, il consigliere dell’eroe ma la presa di decisione spetta al protagonista altrimenti si rischierebbe di mettere questo in ombra in caso il mentore prendesse posizione su di lui.

Anche il Mystic, per far sì che la trama funzioni, deve comunque avere limiti e difetti.

Così, come per il rat o per la spalla, anche il mystic va valutato prima se inserirlo, se la storia abbia o meno bisogno di lui. 

Eccoci arrivati alla conclusione della prima parte del nostro lungo viaggio alla scoperta della sceneggiatura e della scrittura creativa. Io vi dò appuntamento a settembre e vi auguro un periodo ricco di relax e di idee per le vostre (e "nostre") storie. E' arrivata l'estate: se son rose, fioriranno!


Visitate il blog di approfondimento www.loscrittorecreativo.blogspot.it, spazio entro il quale Marco Cerri ogni mese, parallelamente al corso pubblicato su IMIM, risponderà ai vostri messaggi trattando di soggetti, idee e storie da correggere o per qualsiasi domanda che esiga una risposta riguardo al lavoro dello scrittore/sceneggiatore che potrete mandargli all'indirizzo marcocerri1@me.com.


>>Vai alla lezione successiva del corso di Marco Cerri

Marco Cerri