Quando le ombre tenebrose si riversano sul protagonista...!
Diciassettesimo post del "corso" di scrittura creativa e narrazione di Marco Cerri:
Primavera! Siamo finalmente entrati in un clima "accettabile", dove le piante ricominciano a germogliare per il sole che splende nel cielo; gli uccelli cinguettano persi nel panorama delle belle giornate. Tuttavia, se mi leggete con la solita puntualità con la quale fino ad oggi mi avete seguito, siete anche voi (come me) ancora bloccati in casa alla tastiera del pc senza uscire a goderrvi la splendida natura… Pazientate ancora un po': è questo il penultimo articolo della rubrica mensile di IMIM dedicata alla sceneggiatura e alla scrittura creativa, prima dell'imminente pausa estiva... e anche, precisamente, il penultimo dedicato ai già visti "triangoli dei personaggi".
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Oggi ci fa compagnia una figura tanto passionale quanto crudele: è il turno della Dark lady!
Da principio la Dark lady può sembrare spietata ma in realtà il suo è un ruolo che gioca soprattutto sulla passione e sul sentimento (SMACK! Emoticon grin)... Vediamo assieme quali è possibile che siano le sue caratteristiche.
E', quella della Dark lady, una figura importante nella storia e non va assolutamente sottovalutata; è intelligente al punto giusto e non va confusa con gli altri comprimari. E’ vero che si tratta di un'antagonista di secondo livello, però è dipendente dall’antagonista principale, il sommo rivale dell'eroe; dunque, va caratterizzata al migliore dei modi.
Nulla ci impedisce di caratterizzare la Dark lady come la fidanzata del personaggio principale che, però, non sia all’altezza del suo ruolo. Come anche a un rat (e lo vedremo nella prossima lezione), possiamo attribuirle compiti subalterni: può coltivare obiettivi propri, può intraprendere varie vie come quella del fingersi "amante" del protagonista per arrivare poi al punto di "tradirlo".
Ciò che differenzia la Dark lady dal resto del Cast, lo abbiamo detto, sono le caratteristiche di passione sentimentale e l’attrazione. La relazione primaria di questo character è anzitutto il suo rapporto nei confronti dell’antagonista, sia questo una relazione di coppia, di collaborazione o di cooperazione. Sta di fatto che a rafforzare questo punto è un dialogo attivo e partecipato della stessa dove pone affetto, dedizione o addirittura fastidio, o ancor peggio odio che in ogni caso investa sé stessa e i propri sentimenti. Attribuendo al personaggio determinate caratteristiche, si avrà modo di creare una "storia nella storia" ove il racconto - ci auguriamo - sarà (necessariamente) in grado di coinvolgere il lettore.
Potrebbe essere, la Dark lady, una brava ragazza che la vita ha portato su una brutta strada e l’ha trasformata completamente fino a diventare personaggio fra i cattivi. Potrebbe essere un personaggio che dà man forte all’antagonista talvolta pigro e lo incita all’azione, mediante un proprio sarcasmo o piccole frecciate nei confronti del “partner”.
La connotazione negativa dei personaggi crea quel senso di tensione fra buoni e cattivi che fa esplodere ad un certo punto il colpo di scena, il climax. Come accennavamo sopra, la Dark lady può essere introdotta in un meccanismo narrativo classico e frequente come quello di un innamoramento dell’eroe, fino al punto di metterlo nei guai con la fidanzata per scatenare il putiferio nella storia; tuttavia, poi, potrà essere la stessa ad aiutarlo a cavarsela nel momento del bisogno: così facendo, pur se parte attiva dei cattivi, la Dark lady si farà poi amare dal pubblico intero. E’ questo uno stratagemma "datato" ma di continuo ed efficace effetto nelle storie che leggiamo ancor oggi.
E l’eroe? Vediamola dal "suo" punto di vista: potrebbe magari non accorgersi delle attenzioni di "lei": la storia proseguirà normalmente e il pubblico, in determinate circostanze, risentirà della situazione drammatica, di un eterno "amore" impossibile fra i due... ma, in caso opposto, cosa sarebbe del narrato? Potremmo creare una nuova sottotrama! Se ricambierà, la storia potrà subire cambiamenti radicali, fino al punto di sostituire la figura della fidanzata con "lei". Quando caratterizziamo la Dark lady, ricordiamoci che è sicuramente preferibile renderla fisicamente ed emotivamente attraente così che il pubblico possa venire "sedotto" - come anche il protagonista, nel quale dovrà il lettore immedesimarsi - da lei, nel caso non volessimo ricavarne una qualcerta “caricatura” utilizzabile esclusivamente per storie umoristiche.
Da ultimo, dobbiamo chiederci se la Dark lady ha realmente un senso nel soggetto e se ha una storia da raccontare al pubblico. Se non è particolarmente utile all’antagonista o al Rat o non è particolarmente utile per contrastare il rapporto dell'eroe con la propria fidanzata, allora potremmo anche non prevedere altro. Se invece è utile, dovremo verificare se e come inserire la "sua storia" nella storia. Come abbiamo già detto, il suo ruolo crea una sottotrama, una seconda linea narrativa al racconto, e arricchisce la storia. Nel caso dovesse servirci soltanto un "semplice" tradimento, o un "blocco" nella storia, sarà sufficiente inserire un Rat.
Il nemico è sempre in agguato; il buono è uno ma i malvagi sono sempre tanti; dunque, se necessita, possiamo introdurre schiere armate di eserciti e battaglioni al fianco dell’antagnista. Il "buono", il protagonista, dovrà cavarsela da solo: i suoi alleati arriveranno a dargli una mano solo quando tutto sarà risolto, finito, e non "offuscheranno" la sua gloria. Ecco perché nei fumetti come anche in altri media narrativi vengono inserite le comparse: per dare volume alla scena! Su questo torneremo più avanti; tuttavia, la "ciurma" del malvagio ha ancora qualcosa da insegnarci: il personaggio antagonista può essere, sì, uno, ma può diventare anche un personaggio "collettivo" (personaggio con molti personaggi) che fa sì che la storia prenda forma e vita. Tali personaggi possono essere definiti secondari ma, ricordiamo bene, per questi il lettore avvertirà un valore di assoluta "primarietà" poiché il character gioca su due punti fondamentali cioè la "visibilità" e la "recitazione". Non hanno una storia, un background alle spalle, ma neanche ci interessa che ce l’abbiano: sono cattivi e alleati col cattivo... e questo ci basta. Devono avere un aspetto riconoscibile, un’identità visiva e rivelarci almeno approssimativamente chi sono. Tali dati (sempre parlando di fumetti) vengono inseriti nella scheda personaggi, nel caso in cui non sia poi lo sceneggiatore in prima persona a dover disegnare. Parliamo fondamentalmente di tratti somatici e abbigliamento: nella saga di Namec in Dragon ball, ad esempio, i cattivi indossano tutti un certo tipo di divisa.
La prossima volta chiuderemo il lungo discorso sui "triangoli" con la "spalla" e il "Rat", per poi poter inziare a navigare sui chiari mari estivi nella nostra sempre più attrezzata barca della scrittura! Alla prossima.
Visitate il blog di approfondimento www.loscrittorecreativo.blogspot.it, spazio entro il quale Marco Cerri ogni mese, parallelamente al corso pubblicato su IMIM, risponderà ai vostri messaggi trattando di soggetti, idee e storie da correggere o per qualsiasi domanda che esiga una risposta riguardo al lavoro dello scrittore/sceneggiatore che potrete mandargli all'indirizzo marcocerri1@me.com.
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Marco Cerri