Terzo appuntamento legato alla comprensione e alla creazione di un fumetto digitale. A questi link trovate i precedenti due articoli:
DAL FUMETTO CARTACEO A QUELLO DIGITALE: L'ABC
DAL FUMETTO CARTACEO A QUELLO DIGITALE: APPROCCIO AL MEDIUM
Parliamo ora delle due tipologie di fumetto che rappresentano l’apice delle potenzialità digitali raggiunte dal medium: Motion Book e Motion Comics. Due sono le premesse doverose al riguardo. In primo luogo, entrambe le tipologie di Motion presuppongono un lavoro di montaggio. Il Motion Book è costruito attraverso un software proprietario, mentre il Motion Comics è realizzabile grazie a varie tipologie di software che concorrono alla creazione del prodotto. Da qui si evince la seconda premessa: il fumetto digitale si avvale di figure professionali “nuove”, sia nel senso di professionalità nascenti, come quella dell’addetto all’assemblaggio del prodotto finito – la cui qualifica, in gergo tecnico, nel mondo del Motion Book, è “builder” – sia in tutte quelle situazioni in cui vengono coinvolti tecnici fino ad ora estranei a questo genere di mercato. Esempi di questo tipo sono i compositori che si occupano di ideare le musiche adatte al prodotto, o i tecnici del suono che ne curano la rumoristica/SFX (ndr. Sound Effect). Dal punto di vista dello sceneggiatore, è di primaria importanza ricordare la necessità di conoscere alla perfezione limitazioni e potenzialità dei software impiegati nel campo.
Procediamo con ordine: molti si chiederanno cosa siano di preciso Motion Book e Motion Comics.
In cosa si differenziano queste due tipologie di digital comics?
Quali sono invece le scelte di linguaggio similari adottate in entrambe i casi?
Prendendo in esame le caratteristiche dei Motion sopracitati, lo sceneggiatore ha dei parametri ben precisi, da cui non può prescindere nell’avvicinarsi a questi tipi di medium.
Cosa comportano per lo sceneggiatore le qualità intrinseche dei Motion?
Interattività e tempi di fruizione
Quando si scrive una sceneggiatura per un Motion Book, si adotta un tipo di pensiero dinamico, legato all’interconnessione e alla complicità tra immagini in movimento, scrittura e sonoro: la ragione di questo è che, dinamica, è la stessa fruizione del medium. Questo significa che nella stesura del testo andranno indicati, non solo i dati inerenti le tipologie di inquadratura da disegnare e i dialoghi attribuiti ai personaggi, ma anche gli effetti da impartire all’immagine e i suoni che dovrà contenere. Inoltre, pur ragionando in termini di effetti, è di fondamentale importanza che lo scrittore sviluppi una percezione della modalità con cui ogni singolo evento si dipana all’interno della storia. Altrettanto fondamentale è che il tessuto connettivo – generato e preservato nel mercato del cartaceo dalla sinergia raggiunta unicamente con parole e immagini – in un medium che incorpora l’abilità di animare i propri elementi costitutivi, sia preservato dalla capacità dello scrittore di analizzare e comprendere, attraverso quali escamotages cedere alla componente visiva il timone della narrazione drammatica. Lo scrittore può rendere un’azione attraverso infinite modalità, coprendo il gap narrativo che, nel fumetto cartaceo, si trova tra una vignetta e l’altra. Questo fattore è dovuto alla velocità di fruizione del Motion. Per intenderci, se si volesse trasporre un Motion Book in fumetto cartaceo, ne risulterebbe un numero di pagine superiore, se messo a confronto con la quantità di panel contenuti nell’originale. In conseguenza di quanto detto fino ad ora, può avvenire che il builder divenga a tutti gli effetti il “braccio destro” dello scrittore, mettendo a punto il prodotto fino ad ottimizzarlo attraverso un processo che non si riduce al mero assemblaggio, ma anzi rappresenta un vero e proprio momento di interpretazione della sceneggiatura e delle componenti grafiche e sonore. A completamento del quadro, in relazione alla capacità di interpretare correttamente il linguaggio del medium nella fruizione da parte del lettore, quest’ultimo non sarà chiamato, come nel fumetto cartaceo, a fare uno sforzo di immaginazione per colmare lo spazio narrativo tra una vignetta e l’altra, quanto a tuffarsi nel flusso della storia.
Tutto quello che abbiamo analizzato nei Motion cambia se completiamo l’espressione con il termine Comics. Questi ultimi saranno gestiti dallo scrittore con una prerogativa di maggior autonomia rispetto al Motion Book. In questa più classica prospettiva, lo sceneggiatore, vedrà ripristinata la responsabilità completa dell’ideazione del prodotto. Le dinamiche di scrittura legate al Motion Comics rispondono alla necessità di mantenere invariate alcune regole fondanti del medium fumetto, adattandole nel contempo ad un mezzo di diffusione dalla natura più ibrida. Le parziali animazioni, l’arma della suspense, il coerente sviluppo di una trama orizzontale e l’intensità drammatica forniscono, a scrittore e artista, le fondamenta su cui costruire una pre-visualizzazione e una successiva definizione del prodotto, figlia della tecnica dello storyboarding. Lo scrittore deve relazionarsi con passaggi di inquadratura impostati sullo scorrimento orizzontale del senso di lettura, ma anche sulla capacità delle scene/vignette inquadrate, di guidare il lettore attraverso un asse diagonale, raramente utilizzato nei fumetti tradizionali e nei Motion Book. Infine, gli sceneggiatori di Motion Comics, essendo il medium più fluido nelle sue capacità di rendere i cambiamenti di immagine e, dunque, di riprodurre con maggior grado di realismo i fatti raccontati, possono avvalersi di tale peculiarità per rendere più suggestiva ed efficace la componente drammatica.
Suono
Il suono è un fattore del tutto innovativo: sia Motion Book, che Motion Comics hanno la prerogativa di demandare al suono alcune delle responsabilità comunicative del medium, che nel loro antenato cartaceo, sarebbero state risolte con l’utilizzo del codice visivo in sostituzione di quello acustico. Detto questo, lo sceneggiatore di fumetti dovrà, nel rapportarsi con ciascuna tipologia di quelle analizzate, adoperare scelte coerenti con il potere che queste innovazioni gli hanno conferito. Infatti, possiamo asserire che, sia nel caso di una struttura compartimentata, come quella del Motion Book, che di una il cui corpus risulti in un unico flusso, come quella del Motion Comics, lo scrittore dovrà occuparsi di connotare i rumori ambientali da inserire e sposare al contesto. Le onomatopee stesse vengono rese con il sonoro: occasionalmente, nel caso del Motion Book, sempre, in quello del Motion Comics. Per quest’ultimo, lo scrittore, non deve preoccuparsi della colonna sonora, che verrà successivamente creata ad hoc da dei compositori. Nel caso del Motion Book, invece, è lo sceneggiatore a fornire gli elementi fondamentali alla creazione di un contesto musicale, adatto alla tipologia di sentimenti che desidera ispirare nell’ascoltatore.
Qui trovate un prototipo di sceneggiatura realizzata per un Motion Book:
click sull'immagine, per ingrandire
Visual reference per il Motion Book:
Mono - The Old Curiosity Shop Ep. 1
Captain Stone is Missing - Episode 1
Visual reference per il Motion Comics:
Ultimate Wolverine Vs Hulk motion comics ep2 (YouTube)
Watchman Motion Comics 1: At midnight All the Agents (YouTube)
Programmi utilizzati per la realizzazione e l’assemblaggio di Motion Book e Motion Comics:
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Valentina Marucci