(A volte ritornano...)
Uno sceneggiatore ben informato ha già pronta metà della storia. Purché la documentazione non lo sommerga!
Dodicesimo post del "corso" di scrittura creativa e narrazione di Marco Cerri:
Fotocopie, stampate, ritagli di giornale, pagine di riviste e foglietti “volanti” (nel migliore dei casi), ma anche tovagliolini e biglietti ferroviari coperti d’appunti. Cartaccia? Tsk, tsk! Una miniera di prezioso materiale, nella quale lo sceneggiatore (com'anche il disegnatore) vive sommerso, perfettamente a suo agio… A suo agio fin quando non si presenta la necessità di ritrovare qualcosa!
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Di cosa abbiamo bisogno, quando occorre cercare la documentazione e soprattutto, come ci si organizza? Il metodo di ricerca e i criteri d’archiviazione sono soggettivi, ogni autore ha il suo preferito, basta trovarne uno da far proprio e da utilizzare sistematicamente.
Per fare ordine ci vogliono dei cassetti. Non correte all’IKEA!! Quelli di cui abbiamo bisogno sono cassetti concettuali, per dividere i vari tipi di documentazione: le informazioni – sulla borsa di New York, sulle usanze dei nomadi del Caucaso, su Mago Merlino o su quello che vi pare – necessarie per non scrivere sciocchezze quando si ha in mente un soggetto ambientato in un determinato tempo e luogo, ma anche le immagini, la documentazione iconografica. Tanto le une che le altre possono rappresentare una risorsa finalizzata, che raccogliamo sapendo a cosa ci serve (per una certa storia), oppure generica, che conserviamo perché ci sembra interessante, pensando che prima o poi tornerà utile. Il primo passo è insomma cercare di capire cosa stiamo cercando e perchè lo stiamo cercando
Supponiamo di sapere cosa ci occorre. Il nostro protagonista è un arguto astronauta che sta andando alla ricerca di nuovi popoli, nello spazio. Allora cercheremo tutto chiò che parla della vita e di come si comportano, appunto, gli astronauti. Leggeremo le informazioni trovate fino all’ultima riga, per individuare i fatti che sappiamo utili, ma ancor di più i dettagli inattesi. Qualcuno di essi (dei dettagli) potrebbe dar luogo alla scena centrale del racconto, o a un meccanismo risolutivo capace di cambiare l’andamento dell'intera vicenda. O forse -ancora - no... tutto questo non possiamo saperlo, finché non avremo finito di leggere tutto.
Affinché il materiale trovato non vada a disperderdersi, conviene tenerlo in un bustone o in una cartellina, vera e propria oppure virtuale, sul desktop del computer.
Come si fa, invece, per la parte iconografica che ha diverso scopo?
Se la stiamo preparando per una determinata storia, non saremo noi a servircene... bensì il disegnatore (se si tratta di una storia a fumetti), da cui è lecito aspettarsi già una certa infarinatura di base riguardo le caratteristiche di un’astronave, di una tuta da astronauta o qualsiasi altro oggetto utile alla storia. Quindi, una fotografia della USS Enterprise potrà essere utile, ad esempio, soltanto nel caso in cui si presenterà la necessità di illustrare quella determinata astronave. In caso contrario, lasceremo al disegnatore libera interpretazione.
Dunque, nel caso dovessimo servirci delle nostre immagini di archivio, rinomineremo le loro fotocopie con rimando alla sceneggiatura – Tav.9 V. 2,decollo – Tav. 32 V. 5-6, ... in modo tale da rendere l'intera documentazione al possibile la più comprensibile.
La documentazione generica è una faccenda diversa. Di solito, quando la troviamo, non è che la stavamo cercando: semplicemente ci imbattiamo in un bell’articolo sui carri coonestoga western, ad esempio, o anche soltanto in una foto d’impatto d’un centro commerciale di Hong Kong, per fare un altro esempio.
Con tutto questo genere di materiali possiamo costituire il nostro archivio d’autore – ugualmente valido per chi scrive come per chi disegna – al quale attingere in caso di necessità. Costruiamolo sempre a colpi di cartelline o di contenitori analoghi (io uso i raccoglitori da archivio, quelli grandi con due anelli grossi, e custodia, e ci metto la documentazione selezionata, in portalistini), in ordine alfabetico, scrivendo su ciascuno il termine più immediato al quale pensiamo in relazione a un determinato argomento. La fotografia della polena di un drakkar, per esempio, andrà sotto la “V – Vichinghi”, non sotto la “S – Scandinavia (popoli della)”. Sarebbe ugualmente corretto, ma l’archivio serve a semplificarci la vita!
Alcune immagini o informazioni poi si conservano perché ci hanno colpito, non riportano a un tema preciso, eppure sono quegli spunti per cui un giorno potremmo ricavare un’intera storia. Quindi, teniamole tutte in una cartellina extra, intitolata ad esempio “Idee”.
Un archivio simile si allestisce altrettanto bene con le cartelline digitali, zeppe di quello che si trova in rete ed oggi siamo fortunati ad avere internet!. In questo caso è meglio salvare su CD o hard disk esterni, altrimenti dovremmo regalare un’espansione di memoria al nostro pc.
Ricorrendo allo strumento archivio, recupereremo in un attimo la documentazione che ci serve e quando questa ci serve. Senza di esso (e senza catalogazione), perderemmo in poco tempo il materiale raccolto come capita spesso a me nel caos che mi circonda in studio! (Come?! Come dite?! Come si crea uno studio?! Beh… magari un’altra volta, eh! Dato che ormai lo spazio a nostra disposizione, per questa lezione, sta per finire!)
In conclusione, procuratevi raccoglitori, portalistini, cd, hard disk esterni o altro materiale per catalogare le vostre immagini e ispirazioni e... soprattutto, non dimenticatevi delle forbici dalla punta arrotondata per tagliare le immagini! Il materiale si può recuperare addirittura quando si è in giro, nella sala d’attesa del medico o su un giornale, se un articolo o una foto vi ispira!...
Buona archiviazione a tutti, e... al prossimo mese!!
Visitate il blog di approfondimento www.loscrittorecreativo.blogspot.it, spazio entro il quale Marco Cerri ogni mese, parallelamente al corso pubblicato su IMIM, risponderà ai vostri messaggi trattando di soggetti, idee e storie da correggere o per qualsiasi domanda che esiga una risposta riguardo al lavoro dello scrittore/sceneggiatore che potrete mandargli all'indirizzo marcocerri1@me.com.
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Marco Cerri